per cucinare "FREE style"…

… mescolare energicamente una buona dose di emisfero destro e di emisfero sinistro …

Papadum, prugne e sperimentite. Una cena indiana insomma

5 commenti

OK, faccio outing.

Dovete sapere che io sono affetta da un disturbo incurabile chiamato “sperimentite cronica acuta“, una patologia che mi porta a dover provare -o acquistare-, in modo quasi compulsivo, tutto ciò che di commestibile io non abbia ancora assaggiato… In gelateria?  prendo il gusto più strano. Al ristorante certamente scelgo le pietanze più curiose, o gli abbinamenti più particolari. Se al mercato o in un qualsivoglia negozio scovo in ingrediente sconsciuto, non posso fare a meno di comprarlo. Non parliamo di quando sono in viaggio, sembro posseduta (e pozzao ne sa qualcosa…). Ho una scatola piena di ingredienti e spezie di cui non conosco nemmeno il sapore, figuriamoci l’utilizzo, ancora sigillate che aspettano soltanto che abbia il coraggio di affrontarli… (anzi se qualcuno sa dirmi come usare la “nigella”…)

Vabbè, tutto sto preambolo per spiegare l’origine di questo post. Perchè indubbiamnte uno dei posti in città che offre sempre la possibilità di scovare qualcosa di insolito e ancora inesplorato, è il famigerato (e pulciosissimo) “asia-market“, cioè quello che generalmente si trova nelle viette meno in vista della città, con le vetrine polverose e piene di barattoli scoloriti, che se entra una persona dalla pelle chiara si girano tutti a guardarla con un misto di perplessità e divertimento….insomma il Paese dei Balocchi per una foodblogger – foodstylist maniacalmente fusion style come la sottoscritta! Di solito capita che “entro solo un attimo per comprare la salsa di soia” e va a finire che esco (almeno un’ora dopo) con un sacchetto pieno di roba…  ;D

La cosa divertente è che molte delle cose in vendita sono a me ignote e talvota pure senza etichetta in italiano (o in una qualsivoglia lingua comprensibile). Le provenienze sono le più disparate, Cina, Africa, Thailandia, India, Giappone, vai-a-saper-dove, e la verità è che prima o poi io proverò tutto!!!

Stavolta mi è caduto l’occhio su un prodotto indiano, delle cialde rotonde da friggere in poco olio di semi chiamate Papadums.

indianweb6

Sono fatte di farina di legumi, solitamente fagiolo mungo decorticato ma si trovano anche di lenticchie o di ceci, sono quindi senza glutine e tradizionalmente vanno consumate con del chutney, una sorta di confettura di frutta piccante, speziata e un po’ agrodolce, ottima per accompagnare anche carne e stufati. E’ la versione indiana della nostra mostarda alla Vicentina in buona sostanza, solo che può essere preparata con qualsiasi tipo di frutta. Ora si dia il caso che noi abbiamo un albero di prugne in giardino, e non serve molto per fare 2+2…

Prugne+peperoncino+spezie+fantasia=chutney “freestyle”

indianweb11

Non resta che completare il piatto con uno stufato di verdure con latte di cocco e curry masala e del riso basmati profumatissimo per accompagnare il tutto, e la cena indiana è bella che servita. (e VEGANA nonchè GLUTEN FREE per giunta)

La cucina fusion è molto più semplice di quel che si pensa. Anzi, per la cornaca sto organizzando con l’Associazione CookingLAB proprio un corso di cucina Fusion, che faremo in autunno…se può interessare…intanto per chi vuole allenarsi ecco gli ingredienti della mia cena.

indianweb2

CENA INDIANA “FREESTYLE”

Per il chutney di prugne: 10 prugne viola (quelle ovali dalla polpa verdina), 1 peperoncino rosso fresco tagliato a rondelle sottili, 2 cucchiai di zucchero, il succo di mezzo limone, 2 scalogno piccolo tritato, 1 chiodo di garofano, 1 anice stellato, un pezzetto di zenzero grande come una noce e tritato, 2 spicchi d’aglio tritati, 1 pignetta di pepe lungo, 50 ml di acqua, un pizzico di sale.

indianweb8

Lavare le prugne, tagliarle a tocchetti e metterle in un casseruolino con tutti gli altri ingredienti.

Portare a bollore, abbassare la fiamma e lasciar ridurre di metà (o comunque fino a che non sarà denso come una confettura)

Trasferire in una ciotolina e lasciar raffreddare

indianweb9

Per lo stufato di verdure e seitan: 1 cipolle bianche grandi, 2 scalogni, 1 carota grandi, 2 spicchi d’aglio, 2 zucchine, 100 gr di seitan al naturale, una manciata di pomodorini, 250 ml di latte di cocco, 1 cucchiaio raso di curry masala, olio di semi (io girasole biologico), sale qb, pepe nero, menta fresca. A piacere si può sostituire il seitan con carne di pollo o tacchino o tofu

Tagliare le verdure a tocchetti abbastanza grandi (eliminate la parte centrale delle zucchine), tagliare l’aglio a fettine e il seitan a bastoncini

indianweb7

In un tegame largo scaldare qualche cucchiaio di olio, soffriggere aglio e cipolla e quando saranno dorati aggiungere il seitan e poi le altre verdure tostandole a fiamma vivace.

Quando sarà tutto ben rosolato, aggiungere i curry e poco dopo il latte di cocco, mescolare, abbassare la fiamma e lasciar addensare.

Alla fine aggiustare di sale e pepe e servire con foglie di menta fresca.

indianweb5

Per il riso: 250 gr di riso basmati, 300 ml di acqua, mezzo cucchiaino di sale, 2 chiodi di garofano, una manciata di anacardi (o arachidi), un cuchiaio di uvetta, mezzo cucchiaino di pepe nero in grani (o coriandolo in grani). A piacere si possono aggiungere altre spezie come cardamomo, anice stellato, qualche pezzetto di stecca di cannella, pimento…

Sciacquare velocemente il riso con un colino.

Mettere tutti gli ingredienti in una casserola, distribuirli sul fondo e poi aggiungere l’acqua fredda senza mescolare.

Metterla su un fuoco potente scoperta e appena compariranno le prime bollicine coprire con coperchio (deve essere della misura giusta per la casseruola), trasferire su un fioco piccolo e lasciar cuocere a fiamma bassa SENZA MAI APRIRE IL COPERCHIO per il tempo indicato nella confezione di riso.

Trascorso il tempo togliere dal fuoco, aprire e mescolare delicatamente. Se è rimasta ancora dell’acqua sarà sufficente mettere nuovamente il coperchio e attendere altri 5/10 minuti. Poi trasferire su un piatto da portata.

Inoltre: una confezione di Pappadums, olio di semi qb

Seguire le isctruzioni sulla confezione dei Papadums (se le trovate, hahaha). Comunque vanno fritti uno alla volta in un padellino con circa un dito di olio. 🙂

indianweb10

Enjoy!

Buon appetito e buon gusto 🙂

Autore: Food Free Style

Sono Elisa, in cucina Allison. La mia passione è l'enogastronomia, nonostrante gli studi di architettura. Sono sommelier, foodblogger alle prime armi, cuoca part time e prima o poi la cucina mi porterà là dove voglio andare. Ciao a tutti!

5 thoughts on “Papadum, prugne e sperimentite. Una cena indiana insomma

  1. È da mesi che non scrivo sul mio blog né leggo quelli che seguo, giusto oggi ho deciso di porre rimedio e mi è capitato il tuo articolo. Che bello! Grazie per questa tua condivisione. E… come capisco bene la tua patologia. E poi… 😀 i papadum sono buonissimi, me li aveva fatti conoscere mia sorella tantissimi anni fa dopo un viaggio in India: croccanti e sempre diversi se si aggiungono farei spezie sempre diversi. Per esempio qui potresti utilizzare la nigella macinandola, in maniera che venga fuori il suo profumo ricordando sia le noci sia il piccante del pepe. Se sei un’amante del caffè mi hanno detto che aggiungendone un po’ lo rende particolare (info di seconda mano, dato che odio il profumo e gusto del caffè). Anche fare un tè direttamente con la nigella sembra sia possibile. Quando lo utilizzi come spezia (su insalate, verdure, pane e perché no anche come aggiunta nel hummus) ti consiglio di 1) tostarlo oppure 2) macinarlo (o 1 e 2) per permettere all’aroma di sprigionarsi. Viene chiamato anche cumino nero, anche se si tratta di una pianta completamente differente rispetto al cumino. Nella cucina turca e greca si utilizza tantissimo. Sperimenta e poi fammi sapere.
    Grazie ancora e al prossimo articolo 😉

  2. Buonissimi i papadums. Mi ci picchio per non farli accartocciare quando li cuocio.

Lascia un commento